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Le donne di Ad Maiora si raccontano – Federica P.

Come usi la tecnologia durante il giorno?

Lavorando in una web agency, la tecnologia è per me pane quotidiano. L’ho studiata dai libri, ne leggo online su riviste di settore, ne parlo con i colleghi e non solo. Gli ambiti in cui può essere usata sono tanti e nel mio caso la utilizzo, sul lavoro: per aggiornarmi sulle sue varie evoluzioni e sull’impatto che ha sulla società e su come posso sfruttarla per il mio lavoro e nella vita privata la sfrutto attraverso i social (fb, Twitter, Instagram) e le app. Riassumendo posso dire che: lo smartphone è la mia sveglia e il mio compagno a colazione, il pc il mio collega, i Tools, CMS e programmi vari il mio lavoro!

 

Quali sono le tecnologie che secondo te cambieranno il mondo?

Assisto ad una nuova scoperta tecnologica ogni giorno. Ne impari a conoscere una, ma già un’altra è pronta a partire e a sorprenderti.
Proprio oggi ho letto un articolo che parlava di un microchip sottopelle. Tutto quello che pensavamo fosse possibile solo nei film è ora in mezzo a noi. Succede in Svezia dove 3mila persone si sono fatte impiantare un circuito fra indice e pollice che include biglietti digitali per i treni. Ecco la tecnologia andrà in questa direzione. Passeremo allo stato di cyborg? Probabilmente sì!

 

Di cosa ti occupi in Ad Maiora?

In Ad Maiora sono Copywriter e Online Pr. Creo contenuti Seo-Oriented per siti web e blog per i nostri clienti. Inoltre mi occupo dell’attività di SEO Off-Site, cioè guest posting, scouting di risorse (blog, siti web) attraverso l’inserimento di parole chiave sul motore di ricerca per intercettare nuove nicchie. Gestisco e coordino uno dei progetti interni in Ad Maiora: il CMS di un’app mobile, la parte editoriale e le risorse che si occupano della creazione dei contenuti per l’app; mi interfaccio con i Partner, con l’Headquarters del progetto e con il cliente.

 

Dal punto di vista della tua professione, esiste un problema di differenza di genere tra uomini e donne?

Nella serie tv sui pubblicitari di Madison Ave, Mad Men, alla fine la segretaria Peggy Olson diventa la prima Account dell’agenzia pubblicitaria. Quelli erano gli anni ’60 e ne abbiamo fatto di strada, lentamente, ma qualcosa è cambiato. Personalmente, oggi, nella realtà in cui lavoro non riscontro problemi di stereotipi di genere. L’approccio al lavoro è sicuramente diverso tra uomo e donna e non nascondo che alcune mansioni calzano meglio alle donne e altre agli uomini, ma nonostante tutto esistono donne SEO Specialist come esistono uomini E-commerce Specialist. Dalla mia esperienza mi sento di dire che nelle realtà creative il problema della differenza di genere non si percepisce.

 

Che consiglio daresti ad una donna per fare il tuo lavoro?

Mi vengono in mente le parole del grande pubblicitario Jacques Séguéla, “Non dite a mia madre che faccio il pubblicitario… lei mi crede pianista in un bordello”. Il mio lavoro è particolare, fatto di tante sfaccettature che si imparano ad apprezzare con lo studio, la curiosità e la passione e non per ultima la pratica. Al di là del sesso uomo-donna, credo che di base ci debba essere creatività e voglia di fare. Dagli studi all’agenzia non ho avuto un percorso lineare e semplice e sinceramente, nel calderone di studi che ho fatto, che toccano diverse macro-aree collegate tra loro, non sapevo bene per cosa potevo essere maggiormente portata. Una cosa è certa: ciò che imparavo e continuo ad imparare giorno dopo giorno, mi piace. Il consiglio che posso dare è: credere e innamorarsi di ciò che si fa per farlo al meglio; aggiornarsi sempre perché è un lavoro dinamico; essere incubatori di insegnamenti ed essere curiosi, lavorare in team mantenendo una precisa identità, essere originali e provando, perché no, ad anticipare le possibili evoluzioni di settore.