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Le donne di Ad Maiora si raccontano – Francesca

Come usi la tecnologia durante il giorno?

Uso la tecnologia solo in funzione di “efficientamento e risparmio energetico”, per la mia organizzazione lavorativa e familiare. Il mio uso della tecnologia quindi è limitato e orientato fortemente alla risoluzione di problemi concreti. La semplicità di utilizzo è la leva perché ne decida poi l’uso effettivo e prolungato nel tempo. Internet ovviamente quindi PC, App Mobili, E-commerce, Registro Elettronico, Smartphone, Remote Banking non necessariamente in questo ordine.
In poche parole le domande sono “mi serve?” “quanto ci vuole perché impari o perché funzioni?” “risparmio tempo sufficiente per decidere di abbandonare le mie abitudini?” In base a queste semplici risposte uso o non uso la tecnologia. Manifesto meno entusiasmo per un controllo da remoto della tv, la playstation, chatbot, per un occhiale che mi fa visitare virtualmente luoghi sconosciuti o che mi aggiorna la playlist la mattina, o mi stampa in 3d i puffi. Mi entusiasmo se grazie a una “tecnologia” posso avere più tempo per la mia famiglia o fare meglio il mio lavoro. Punto.

 

Quali sono le tecnologie che secondo te cambieranno il mondo?

Cambieranno il mondo le tecnologie orientate alla efficienza, in grado “connettere” le persone sia livello “fisico” (mobilità) che a livello di comunicazione riducendo le distanze e i tempi.
Saranno rivoluzionarie le tecnologie che miglioreranno l’accessibilità a risorse in particolare informative ed educative da parte di un pubblico che attualmente ne è sprovvisto.
Saranno rivoluzionarie le tecnologie dei materiali che riusciranno a sostituire plastica e idrocarburi.
Saranno rivoluzionarie le tecnologie che ci aiuteranno ad avere maggiore tempo libero.
Cambia il mondo la tecnologia che è alla portata di tutti, utilizzabile dal più ampio numero di persone, della quale possa “beneficiare” il più ampio numero di soggetti. L’aspetto di massa della tecnologia in termini di accessibilità e la semplicità ne fanno la cifra rivoluzionaria.
Big data analysis è la tecnologia nel futuro per me più interessante, a livello professionale e a livello mondiale per la complessità e la mole dei dati a cui avremo accesso. Banda Larga, e Green Tech le più necessarie. Il resto avrà un impatto rivoluzionario relativo, che passerà necessariamente per il vaglio della “sicurezza”, un altro dei bisogni umani.” si è veloce, si interessante, ma è sicuro?”
Wereable, domotica, realtà aumentata, schermi oled, auto senza conducente,nuovi sistemi di pagamento cambieranno le nostre “piccole” abitudini occidentali. Ma comunicare e conoscere cambierà il nostro “senso” e il nostro “sentire” con un impatto a lungo termine.

Personalmente credo che la tecnologia che cambierà il mondo sarà inoltre basata sulla personalizzazione e quindi sull’intelligenza artificiale.
Immagino un Chatbot Advisor, una sorta di consulenze tecnologico avanzato, competente, attento, attivo h24 in grado di cucire e pianificare su misura desk tecnologici, capaci di facilitare e risolvere i tuoi più disparati problemi quotidiani. Accessibile ovunque. Sei un esploratore? Sei disabile fisico? Sei maniaco del controllo? Stai cercando lavoro? Viaggi spesso? Lavori da remoto? Shopper compulsivo? Hai un anziano in casa da gestire? Pronto il tuo desk tecnologico “facilitatore” per aumentare e/o migliorare le performance e l’esperienza di vita. Predico che questa nuovissima ChatBot sarà donna e umana 🙂

 

Di cosa ti occupi in Ad Maiora?

Mi occupo di web marketing, pianificazione advertising, analisi dati e salute mentale.

 

Dal punto di vista della tua professione, esiste un problema di differenza di genere tra uomini e donne?

Dal mio punto di vista, a livello tecnico la differenza di genere non esiste. Dipende dall’impegno, dallo studio e dal talento personale. Esiste invece una sorta di pressione culturale che pesa sulle scelte delle donne e sulle decisioni delle imprese. Rendendo timida la presenza delle donne in questo settore per lo meno in Italia. Il lavoro da remoto, in particolare per le donne del mio settore è un salva-vita.
Ma non bisogna arretrare perché nel mio settore e in genere nell’ambito tecnologico c’è bisogno di donne competenti. La donna ha una maggiore capacità di ascolto, è una antenna sociale, in particolare in ambito delle relazioni sociali e nel cogliere la radice del problema sa dare risposte più adeguate, o spunti differenti. Biologicamente la maternità e il “prendersi cura” sviluppano in lei delle abilità fortemente diverse, oltre ai noti super poteri. L’assenza delle donne in ogni ambito professionale per me può diventare un problema sociale. L’esclusione o l’auto-esclusione di genere è un impoverimento per tutti. E’ tutta questione di fiducia, aspettative (e non parlo di maternità) e giusta retribuzione.

 

Che consiglio daresti ad una donna per fare il tuo lavoro?

Ci sono delle qualità di base che devono essere coltivate. Empatia, Costanza, Responsabilità, Curiosità, Capacità di collaborare. E queste si costruiscono in un posto altamente poco tecnologico, ma molto reale che è la famiglia e il quotidiano fatto di comunità reale ed amicizie. Poi ci sono delle competenze, che invece vanno costruite. Organizzazione. Fare il nostro lavoro impone organizzazione. E competenze aggiornate. Il primo step è la formazione. Il secondo è la prova sul campo, si impara molto facendo, con test e intuito, e imparando dagli errori propri e altrui. Il terzo il confronto. Partecipare a community e avere un confronto con persone del settore è fondamentale. Serve poi curiosità e la voglia di risolvere “problemi”. Suggerisco di imparare ad usare i vari canali di comunicazione digital, ma soprattuto capirne il “cuore” (perché le persone li usano e cosa si aspettano di trovare o poter fare). Le lingue? Non puoi fare questo lavoro senza conoscere l’inglese. Per aggiornarsi e per lavorare. Minimo l’inglese.
E poi occhio ai player del settore di cui si vuole far parte.
Altra cosa importantissima è fare altro. Il web marketing è digital, ma l’obiettivo è human. Se si rimane nel digitale e virtuale, chiusi in un magma di codici si perde di vista l’obiettivo e si mettono in campo strategie divertenti, autoreferenziali, magari efficienti, ma poco efficaci.