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Le donne di Ad Maiora si raccontano – Ilaria C

Come usi la tecnologia durante il giorno?

La tecnologia è diventata un’estensione del nostro ragionare e vivere quotidiano. La uso tutti i giorni principalmente per informarmi e avere un occhio attento a ciò che accade intorno a me ( non sempre riesco a comprare il giornale o ascoltare il tg) ma anche per districarmi nella giungla urbana. Ogni giorno, uso app per sapere tra quanto passerà un autobus o se il servizio dei trasporti è attivo o meno e spesso acquisto i titoli di viaggio dal mio smartphone. Ascolto musica, leggo articoli online e zero libri. Odio i kindle perché da buona umanista, radicata alla tradizione preferisco l’odore della carta stampata. In me convivono due entità: per necessità la uso e cerco di trarne vantaggio in termini di tempo: ad esempio, quasi sempre effettuo i pagamenti online per evitare di perdere il sabato in fila alla posta ma non mi definirei una addicted. Cerco di usarla per trarne vantaggio utile a fare cose nel mio tempo libero dove la tecnologia non serve. E ho smesso con i giochini perché creavano dipendenza!

 

Quali sono le tecnologie che secondo te cambieranno il mondo?

Sicuramente quelle abilitanti, che consentono di mettere in connessione le persone da un ramo all’altro del pianeta. Trovo che questa capacità di azzerare le distanze sia uno dei plus principali per i nostalgici come me. Ho speranza che le tecnologie attente all’ambiente e alla sanità possano cambiare il mondo, credo molto nei sistemi di ricerca in campo biomedico perché apportano un reale beneficio.

 

Di cosa ti occupi in Ad Maiora?

Sono in Ad Maiora da metà maggio ed il mio ruolo principale è quello di copywriter ma mi piace aprirmi a tutte le possibilità del digital marketing che ho studiato e approfondito nel mio percorso fino ad oggi, sempre pronta ad assorbire tutti gli stimoli che provengono dai colleghi che si occupano di altri aspetti in agenzia.

 

Dal punto di vista della tua professione, esiste un problema di differenza di genere tra uomini e donne?

Onestamente, nel mio caso ritengo che esista un gender gap al contrario perché ho spesso avuto a che fare con copywriter donne ed è la prima volta che il mio diretto referente è un uomo. Credo che la scrittura sia un mondo duplice, da un lato soggettivo ma dall’altro, i testi promozionali indirizzati ai clienti seguono delle strade prestabilite che qui sto imparando a percorrere grazie all’apporto, all’esperienza e allo scambio con il mio team. Quindi, no, credo che questa distanza di genere sia, purtroppo, più accentuata in altri settori.

 

Che consiglio daresti ad una donna per fare il tuo lavoro?

Le consiglierei di avere passione e di non smettere mai di formarsi anche su discipline trasversali perché il bagaglio culturale di una persona ed il valore che puoi trasmettere in un tuo testo è l’insieme di tutto ciò che impariamo nel corso della nostra vita, sia sui libri che sul campo. È un concetto fondamentale che ripeto a me stessa e l’augurio che mi faccio è quello di continuare ad essere copywriter e perché no, insieme, anche altro.